IO ALLA FINE NON SO COSA SIA UNA BELLA FOTO.SO SOLO CHE VEDO COSE E LE DEVO FERMARE.E CHE A VOLTE HO QUALCOSA DA DIRE.ALTRE VOLTE, NO.


29.7.12

Mio nonno sta male. Vomita. 
E non perchè vuole. 
Non ci sarà più. 
Mia nonna c'è, ma non si ricorda più. 
La mia bimba li abbraccia. 

In silenzio. 
Ferma sulla soglia. 
 Ferma sulla corda come un'equilibrista. 
Trattengo il respiro. 
Non riesco a entrare. 
 Non riesco a uscire. 
Come sempre. 



18.7.12

Tutto tranquillo.
E' come osservare un laghetto quieto in una radura di un boschetto. In un prato di alberi.
Le ombre delle fronde degli alberi creano strane forme geometriche sull'acqua densa.
L'acqua blu, profonda, vischiosa. Sembra possa abbracciarti, cullarti, risucchiarti, e non lasciarti mai più andare via.
Sembra pacifico. 
Ma innocuo non è. Sul pelo dell'acqua volano meravigliosamente leggere e iridate le libellule.
Si appoggiano lievi sull'acqua e creano quei meravigliosi cerchi concentrici sotto di loro.
Perfettamente rotondi. Perfettamente ipnotici.
Rotondi come l'angoscia a forma di palla di ferro che mi trascino dietro ogni giorno.
A volte mi illudo di averla seminata, ma poi, mi accorgo solo che ha solo perfidamente allungato un po' la catena. 
E la accorcia appena mi allontano troppo.

Sembra tranquillo il lago.
Ma tu non sai quale mostro si nasconde lì sotto.
Io l'ho intravisto.
Quindi, abbasso lo sguardo.


"La testa piena di mostri galleggianti"

16.7.12

Non scrivo da tanto tempo.
Non perchè non abbia niente da dire. 
Ma a volte, ho talmente tanto casino interno, così tante voci, che la cosa più facile è semplicemente cercare di zittirle ascoltando musica ogni volta in cui mi ritrovo sola con me stessa. 
Gestirle, zittirle, farle parlare una alla volta per ascoltarle e possibilmente comprenderle e indirizzarle nella direzione giusta, richiederebbe troppe energie. 
Così faccio tacere il tutto. Musica nelle orecchie ogni volta in cui sono sola e potrei essere loro facile preda. 
E' inevitabile che qualcuna mi faccia soffrire perchè urla più delle altre. Inevitabile che qualche casino interno salga su, su, fino a farsi intravedere negli occhi. 
E così oscillo tra una lacrima faticosa seduta con le ginocchia al petto sul pavimento del bagno, e un nervosismo soppresso e tenuto a malapena sotto al pelo dell'acqua, spingendo giù con una mano per farlo morire asfissiato. 
Poco importa. 
E poi, a volte, la sera, c'è sempre un bicchiere di qualcosa. E tutto improvvisamente si ammorbidisce. 
I visi intorno a me. Il mio. La pietra nella pancia che pesa e non mi lascia correre via. E il buco nero tra cuore e polmoni si illumina di piccole lucciole. Tanto belle. Risplendono lì sull'abisso. Non sanno neanche loro che miracolo riescono a fare.
Così taccio. 
Ascolto. Persino il silenzio nero e spugnoso nella mia testa suona bello a volte.
Forse, ora, potrei ricominciare a dire qualcosa.

Questa era una delle foto esposte nella mia prima mostra. 
"A questo cumulo di nervi, sangue e carne,
stringo forte questo vuoto.
Io che sono una costellazione in continuo movimento.
Sopra di te.
Mi ci aggrappo a questo buio di velluto,
così bello da toccare, da assaggiare.
E verremo inghiottiti così, fra le coperte."

10.7.12

Sulle Alpi Apuane, c'è questo posto fantastico: Campo Cecina.
 Uno di quei posti dove ti riempi gli occhi di pace e il casino dietro alla fronte si quieta. 
E come mi ha detto qualcuno:
 "fai rumore solo respirando".