IO ALLA FINE NON SO COSA SIA UNA BELLA FOTO.SO SOLO CHE VEDO COSE E LE DEVO FERMARE.E CHE A VOLTE HO QUALCOSA DA DIRE.ALTRE VOLTE, NO.


15.10.13

Quest'estate al mercato regalavano gattini. 
Come ogni Giovedì. 
La gente passa, emette un gridolino di tenerezza e va oltre. 
Era qualche anno che non avevo un gattino. Sempre avuti. 
 Jean-Pierre il gattone color mango. 
 Cherie la micia elegante color copertina scozzese. 
Romeo il gattone tigrato. 
 Stoosh il gatto indemoniato che sapeva sempre quando stavo piangendo e che amavo alla follia. 
 Mr Morris (The Seagull Killer) e Miss Molly (The AirScratcher) nel mio cottage in Inghilterra, neri come il fumo che ti si infila tra i capelli giù nella metro di Londra. 
 Simba il primo gattino di Miranda. 
 Sole, tutta bianca dal viso alieno sparita troppo presto (ma credo che in anni felini ne avesse 27). 
 Basta gattini che poi spariscono mi ero detta io. 
Troppe persone spariscono già nella vita. Basta anche i gattini. 
Che poi ti affezioni e poi un giorno ciao, non ci sono più. 
E invece una mattina di Luglio vado al mercato. 
Seguendo svogliatamente madre in assetto da casalinga agguerrita. 
E nella gabbietta c'erano due micette. 
Una bianca. Carina. 
Una nera con sfumature rosse strane e righe arancioni senza senso, come se un bimbo l'avesse scarabocchiata con un pennarello. 
Scheletrica. 
Occhi troppo grandi. 
Ma verdi come Oz. 
Immobile in un angolo. Bruttissima. 
Talmente brutta da disegnare tutta l'orbita in cielo, tornare indietro ed essere stupendevolmente e struggentemente meravigliosa. 
Ho pianto. 
"Signorina ma è sicura che vuole quella lì brutta? Ha avuto una madre vecchia poverina. Chissà se dura... La bianca sta meglio." 
"No. Perfavore. Voglio quella nera e brutta." 
 Dicono che gli animali domestici assomigliano sempre un po' al padrone. 
Lo dicono per i cani. Non so se vale per i gatti. 
 Si è nascosta da me per giorni. 
Piangeva. 
Non so nemmeno se mangiasse. 
Non riuscivo nemmeno a darle un nome. 
 Miranda l'ha intravista e mi ha chiesto tutta delusa: "Ma che razza di animale è quello?" 
Poi stop. 
Mi si è avvicinata. Si è fidata. 
 E ora quando mi sta in braccio mi guarda dritta negli occhi. 
Sarà una stupidaggine ma a me sembra sempre che mi dica grazie. 
O forse mi sussurra in silenzio solo quanto siamo simili. 
Brutte fuori. Ma forse qualcosa di bello dentro ce l'abbiamo. 
Se qualcuno si prende il tempo di sbirciare. 
 Noi ci siamo trovate. 
Noi ci vogliamo bene.




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